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FLORITERAPIA

 

 

La floriterapia è un sistema di cura che parte dall’assunto che la malattia è solo un sintomo di una disarmonia che si rivela attraverso uno stato d’animo che ci disturba, che ci fa soffrire, e questo sistema incentra il suo campo d’azione esclusivamente sugli stati d’animo. Edward Bach, il padre della floriterapia, ha individuato infatti 38 stati d’animo diversi che racchiudono tutte le possibili modalità psichiche del sentire umano.

La floriterapia agisce quindi per ristabilire l’equilibrio che si è infranto, e di conseguenza recuperare (o raggiungere) uno stato psicologico più vicino alla felicità. Ogni stato d’animo negativo è sintomo di blocco energetico, di intralcio alla libera comunicazione tra l’anima e la psiche.
Quello che noi facciamo, assumendo il fiore adatto per la nostra situazione, non è altro che sbloccare il flusso di energia. Il fiore cioè rimuove l’ostacolo che si esprime con la generazione del disagio. Rimosso il blocco, l’energia riprende a fluire e si ristabilisce l’equilibrio perduto.

I rimedi di Bach possono essere associati come coadiuvanti a qualunque altro tipo di trattamento, in quanto agiscono su un piano diverso con finalità affatto proprie. Non interferiscono con rimedi allo/omeopatici e non hanno controindicazioni.
Il fiore esplica la sua azione solo in presenza dello squilibrio che gli è proprio. Di conseguenza assumere un fiore errato non comporta alcun risultato negativo e neppure effetti collaterali.

I 38 rimedi si raggruppano in sette categorie:
-Rimedi per coloro che hanno paura
-Rimedi per coloro che soffrono di incertezza (insicurezza)
-Rimedi per coloro che non sentono sufficiente interesse per il presente
-Rimedi per la solitudine
-Rimedi per l’ipersensibilità alle influenze e alle idee
-Rimedi per lo scoraggiamento e la disperazione (senso di inferiorità)
-Rimedi per la preoccupazione eccessiva per il benessere degli altri

CENNI STORICI

Edward Bach nasce in Inghilterra nel 1886. Fin da ragazzo coltiva un profondo amore per la natura, che impara a conoscere in lunghe passeggiate nella campagna inglese.
A vent’anni si scrive all’Università dove consegue la laurea. Durante la pratica egli nota che pazienti con la stessa malattia reagiscono diversamente alla medesima medicina. D’altro canto, nei pazienti che presentavano reazioni positive allo stesso tipo di cura si potevano riconoscere forti affinità di carattere e temperamento. Questo genere di osservazioni lo spinse a studiare la personalità del malato insieme ai sintomi. Egli nutriva il desiderio di scoprire un sistema terapeutico che potesse incidere sulle radici delle malattie.
In quegli anni apre uno studio privato e si dedica alla batteriologia ma nel 1917 gli viene diagnosticato il cancro. Non vi sono possibilità di cura e così Bach non esita a gettarsi nel lavoro e nella ricerca batteriologica: i mesi trascorrono e Bach non solo non muore ma addirittura migliora. Il male regredisce e sparisce, lasciando in lui la convinzione di essere stato salvato dal profondo amore per la vita che si accompagnava ad uno scopo definito per le sue attività. Gradualmente comincia a spostare la sua sfera di interesse verso il mondo botanico. Sperimentando certi preparati si accorge infatti che poteva ottenere i medesimi effetti dei vaccini utilizzando alcune piante. Decide di dedicare molto più tempo allo studio delle erbe e affianca a tale sperimentazione lo studio psicologico delle personalità, dei temperamenti umani. Stava così maturando in lui il presentimento di essere sul punto di scoprire una “nuova medicina”, con le caratteristiche cui egli tendeva, cioè la semplicità, la dolcezza e l’assoluta naturalezza.

Bibliografia
A.Taubert, “Le stelle del dottor Bach”, ediz. Espace Bleu
A.Molino-F.Tizian, “La floriterapia”, ediz Xenia